Fusione di arte, scienza e tecnologia in mostra a Champalimaud

Il robot Wingy, che interagisce con l’uomo grazie all’intelligenza artificiale, è una delle novità della seconda edizione di “Metamersion”, una mostra di progetti che fondono arte, scienza e tecnologia che si svolgerà da giovedì a sabato presso il Magazzino Champalimaud.

Il simpatico Wingy, sviluppato da un team multidisciplinare della Fondazione Champalimaud, “è un dispositivo robotico AI (intelligenza artificiale) a basso consumo energetico, con capacità di interazione umana attraverso il riconoscimento delle immagini e del parlato e la sintesi della voce e del movimento, grazie alla combinazione di diversi modelli di “deep learning” (apprendimento profondo)”, si legge in un comunicato che annuncia l’evento.

Metamersion Latent Spaces” riunisce arte, scienza, tecnologia e terapia digitale, consentendo all’esperienza interattiva con Wingy di “intravedere i progressi della tecnologia AI e il suo potenziale per una vasta gamma di applicazioni nei campi della salute e del benessere”.

L’iniziativa è organizzata dai neuroscienziati Joe Paton, Zach Mainen e John Krakauer, il primo dei quali dirige il programma di neuroscienze della Fondazione Champalimaud, e vede la partecipazione, tra gli altri, del collettivo tedesco Lunar Ring, che esplora nuove forme di creatività tra esseri umani e IA, dell’artista multimediale statunitense Tupac Martir, del musicista portoghese Jonathan Uliel Saldanha e del ballerino e coreografo statunitense William Forsythe.

Tra le novità di “Metamersion” c’è anche l’opera “Latent space I”, che combina film, installazioni artistiche e realtà virtuale (VR), “che esplora l’idea che l’intelligenza artificiale possa essere in grado di aiutare le persone a crescere e a recuperare mentalmente”.

L’opera è stata concepita da un team interdisciplinare che comprende gli scienziati della Fondazione Champalimaud, gli artisti Tupac Martir e André Gonçalves, il collettivo Lunar Ring e il duo artistico mots, formato da artisti urbani portoghesi.

Il programma “Latent Space” presenta un “insieme di pezzi ed esperimenti legati alle sfide più recenti della Fondazione Champalimaud, alla ricerca e alla riabilitazione basate sulle conoscenze generate nelle aree della percezione e del movimento”.

William Forsythe propone un’installazione, “Nowhere and everywhere at the same time”, un’opera con pendoli metallici sospesi da fili, in cui il pubblico è invitato a partecipare a una coreografia con gli oggetti inanimati i cui movimenti sono stati programmati.

La danzatrice americana partecipa anche con ‘STELLENTSTELLEN FILMS’, un film che presenta “una coreografia in cui due danzatori uniscono i loro corpi in una costellazione intrecciata”. Il “puzzle ottico e fisico al rallentatore e in tempo reale”, definito da Forsythe “entanglement”, “è un ibrido tra coreografia, film e scultura”.

Nella mostra al Warehouse (Fishing Dock F, nel futuro Ocean Campus), si può anche dialogare con “l’intelligenza artificiale di ultima generazione”, con lo scambio di immagini, attraverso l’installazione ‘Palimpsest’, sviluppata da un team di neuroscienziati della Fondazione Champalimaud.

La mostra comprende anche il gioco ‘MindPod’, creato per “promuovere il recupero delle funzioni motorie e cognitive”, tenendo conto che “la ricerca suggerisce che le persone con lesioni e malattie neurologiche traggono beneficio da interventi comportamentali frequenti e intensi”.

Il gioco “MindMotion go”, invece, è progettato per “promuovere il tipo di movimenti che un paziente normalmente pratica con un fisioterapista”. Questa terapia digitale basata sul gioco è personalizzata in base alle esigenze e ai progressi di ciascun individuo, fornendo informazioni in tempo reale sulla qualità del movimento. Include un dispositivo per allenare la destrezza manuale.

La società di neuroterapia digitale MindMaze e il neurologo/neuroscienziato John Krakauer hanno sviluppato queste terapie digitali.

In mostra anche “Atavic Florest”, un’installazione immersiva che utilizza il motion tracking per consentire a una macchina di cercare di interpretare ciò che viene visto e sentito, il lavoro dei neuroscienziati Gonçalo Guiomar e Zach Mainen, di Lunar Ring, e dell’artista del suono Jonathan Uliel Saldanha.

Il programma prevede anche tavole rotonde su “Il processo creativo di Latent Space I” e “Che cos’è l’IA? Dall’intelligenza naturale all’intelligenza artificiale”.