«The Batman», i tormenti dell’eroe di Gotham in un film riuscito e coinvolgente

Nelle sale è arrivato il nuovo lungometraggio con protagonista l’Uomo Pipistrello, interpretato da Robert Pattinson. Tra le novità anche «Red Rocket»»

Il bravo regista Matt Reeves, che ha firmato uno dei più importanti lungometraggi relativi al post-11 settembre («Cloverfield») e dimostrato grande talento visivo con gli ultimi due capitoli della trilogia reboot de «Il pianeta delle scimmie», ha creato un nuovo universo con protagonista l’Uomo Pipistrello, completamente distaccato dai precedenti lavori per il grande schermo dedicati all’eroe di Gotham City.

Bruce Wayne, che qui ha il volto di Robert Pattinson, è diventato Batman da un paio d’anni quando una nuova, terribile minaccia sembra colpire le figure più potenti della sua città: l’Enigmista porta alla luce segreti inconfessabili, che riguardano sia la corruzione imperante a Gotham City sia il passato del tormentato eroe mascherato.Si apre con una soggettiva dal forte sapore voyeuristico un film che giocherà molte delle sue carte sui giochi di sguardo tra i personaggi in scena (Batman vedrà attraverso gli occhi di Selina Kyle, per esempio): è proprio nelle prime battute che «The Batman» riesce a sorprendere con una magnifica rappresentazione del protagonista, profondo al punto giusto e ben interpretato da Pattinson, capace di donare spessore psicologico al personaggio e anche abile nel distaccarsi dalla recitazione dei suoi celebri colleghi che l’hanno interpretato in passato (da Michael Keaton a Christian Bale).

Reeves si conferma un regista tecnicamente preparatissimo, efficace nel gestire al meglio i tempi di montaggio che riescono a mantenere alto il ritmo e l’attenzione dello spettatore per le quasi tre ore di durata.La sceneggiatura diventa più debole nella seconda parte, anche a causa di qualche sequenza eccessivamente didascalica (soprattutto con l’approssimarsi della conclusione), ma nel complesso la pellicola regge in toto e il risultato è una sorta di neo-noir coinvolgente al punto giusto. I meriti sono da ricercare inoltre nella grande adesione allo spirito del fumetto della DC, nel forte realismo, così come nella coerenza tra una narrazione cupa e capace di scandagliare gli abissi dell’animo umano, accompagnata da una messinscena perennemente notturna, che, oltre a ricordare la trilogia di Christopher Nolan, può far pensare addirittura al «Blade Runner» di Ridley Scott.