Papa Leone XIV ha esortato i cattolici a pregare per lui mercoledì mentre si preparava a partire per il suo primo tour internazionale come arcivescovo di Roma, fermandosi in Turchia per celebrare l’anniversario del Concilio di Nicea e in Libano per incontrare la comunità cristiana locale.
Entrambe le nazioni hanno oggi una forte popolazione musulmana, ma hanno svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo iniziale della Chiesa. Sopra 30 per cento del Libano rimane cristiano, la maggioranza della popolazione è cattolica, e la sua costituzione richiede che il presidente del paese sia un cristiano maronita. La Turchia – dopo il crollo dell’Impero bizantino, l’imposizione del secolarismo sotto il fondatore Mustafa Kemal Atatürk e il ritorno dell’islamismo sotto il presidente Recep Tayyip Erdogan – è un paese meno accogliente per i cristiani, anche se Erdogan dovrebbe incontrare personalmente il papa.
Il Papa ha rivolto la sua richiesta di preghiera durante la consueta udienza generale di mercoledì, l’ultima prima della partenza per la Turchia.
“Sarà un’occasione per commemorare il 1.700° anniversario del Concilio di Nicea e per incontrare la comunità cattolica, i nostri fratelli e sorelle cristiani e i membri di altre religioni”, ha osservato il papa.
IL Concilio di Nicea fu la prima assemblea globale di leader cristiani dopo la morte di Gesù Cristo, che ebbe luogo nell’omonima città nell’attuale Turchia nel 325 d.C. Il Concilio, organizzato dall’imperatore Costantino il Grande, aveva lo scopo di affrontare le crescenti discussioni tra il clero cristiano riguardo ai dettagli della fede, incluso se Gesù fosse uguale a Dio ed eterno. L’evento, senza precedenti nella storia cristiana dell’epoca, permise al clero di produrre una dichiarazione di fede uniforme, la Credo di Niceache ancora oggi i cattolici recitano come professione di fede.
Poiché il Concilio ebbe luogo prima del Grande Scisma che separò Roma dalla Chiesa ortodossa di Costantinopoli, l’evento è di grande significato per entrambe le chiese. Papa Leone pubblicò a lettera il 23 novembre sottolineando l’importanza dell’anniversario e chiedendo una maggiore unità tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa.
«È vero che non è stata ancora raggiunta la piena unità visibile con le Chiese ortodosse e ortodosse orientali e con le comunità ecclesiali nate dalla Riforma», ha osservato Papa Leone. “Tuttavia, il dialogo ecumenico, fondato sull’unico battesimo e sul Credo niceno-costantinopolitano, ci ha portato a riconoscere i membri delle altre Chiese e comunità ecclesiali come nostri fratelli e sorelle in Gesù Cristo, e a riscoprire l’unica comunità universale dei discepoli di Cristo in tutto il mondo”.
“In verità, ciò che ci unisce è molto più grande di ciò che ci divide!” ha continuato. “In un mondo diviso e dilaniato da tanti conflitti, l’unica comunità cristiana universale può essere segno di pace e strumento di riconciliazione, svolgendo un ruolo decisivo nell’impegno globale per la pace”.
“Per svolgere questo ministero in modo credibile, dobbiamo camminare insieme per raggiungere l’unità e la riconciliazione tra tutti i cristiani. Il Credo niceno può essere la base e il punto di riferimento di questo cammino”, ha suggerito il pontefice.
Mentre l’ex impero bizantino cadde sotto il dominio musulmano ottomano nel 1453, e l’attuale governo della Turchia, guidato dall’uomo forte Recep Tayyip Erdogan, è islamista e perseguita Cristiani, il governo turco accoglie favorevolmente la visita papale e si prevede che Erdogan incontrerà personalmente papa Leone. L’agenzia statale turca Anadolu Agency ha riferito, citando l’ufficio di Erdogan, che Papa Leone rimarrà in Turchia per tre giorni e discuterà con il presidente delle “relazioni bilaterali tra la Turchia e il Vaticano, nonché degli attuali sviluppi regionali e globali, in particolare della situazione in Palestina”.
Nel corso del suo tour in Turchia, Papa Leone visiterà la Moschea del Sultano Ahmed, conosciuta anche come Moschea Blu, a Istanbul, e incontrerà il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I. Inoltre celebrerà una messa prima della sua partenza.
Dopo la visita in Turchia, Papa Leone sarà in Libano dal 30 novembre al 2 dicembre. Secondo lui programmail papa incontrerà diverse comunità cristiane in tutto il Paese, visiterà un ospedale e pregherà sul luogo dell’esplosione nel porto di Beirut del 2020, che ha ucciso oltre 200 persone.
La sua visita arriva in un momento instabile per il Paese, il cui governo sta tentando di contenere l’influenza dell’organizzazione terroristica jihadista Hezbollah, ma deve far fronte a crescenti attacchi israeliani anche nel sud del Paese, quest’ultimo presumibilmente un’operazione contro Hezbollah. Mercoledì il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha minacciato ulteriormente il Libano. dichiarando che il Paese sarebbe “intervenuto con la forza” se Hezbollah non fosse stato completamente disarmato entro la fine dell’anno.
“Non ci sarà calma a Beirut né ordine e stabilità in Libano finché non sarà garantita la sicurezza dello Stato di Israele”, ha proclamato Katz.
Chiesto Mercoledì Papa Leone ha definito la situazione in Libano un “grande motivo di preoccupazione” per gli attacchi israeliani nel Libano meridionale e ha invitato tutte le parti “ad abbandonare l’uso delle armi per risolvere i problemi”.
Papa Leone lo farà Presa una messa sul lungomare di Beirut il 2 dicembre, alla quale dovrebbero partecipare oltre 100.000 persone.
