A quanto pare, il documentario omonimo di Melania Trump sta ricevendo il trattamento presidenziale delle celebrità.
Secondo L’Hollywood Reporter, “Melania”, un film diretto dal regista hollywoodiano in esilio Brett Ratner che racconta la preparazione della first lady per tornare alla Casa Bianca insieme al marito, avrà una première sul tappeto rosso al John F. Kennedy Center for the Performing Arts di Washington – o, meglio, il appena nominato Centro Trump-Kennedy.
Questa è l’ultima aggiunta a un elenco continuo di mosse discutibili che circondano il pezzo di lanugine cinematografica.
Quando Amazon MGM Studios ha acquistato i diritti del documentario nel gennaio 2025, i critici si sono affrettati a definire l’accordo un fallimento. Tangente da 40 milioni di dollari dal fondatore di Amazon Jeff Bezos, che ha trascorso l’ultimo anno cercando di farsi strada tornare nelle grazie del presidente Donald Trump.
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Per quanto riguarda Melania, sembrare impegnata davanti a una telecamera è un’ottima pubblicità per lei first lady serialmente assente.
Ratner si sta posizionando per uscire dalla lista nera di Hollywood. Durante l’apice del movimento “Me Too”, il regista di “Rush Hour” ha dovuto affrontare molteplici accuse di violenza sessuale da parte di varie attrici. Ha negato tutte le affermazioni.
Sei donne si sono fatte avanti nel 2017, tra cui l’attrice Olivia Munn, accusandolo di fare cose come masturbarsi davanti a loro o forzare il sesso orale.

Il direttore caduto in disgrazia è apparso nei file di Jeffrey Epstein rilasciato venerdì. Ratner è visto sorridere da un orecchio all’altro in una foto senza data con Jean-Luc Brunel, il defunto agente di modellismo francese e socio di lunga data di Epstein.
Brunel morto per suicidio in una cella del carcere di Parigi nel 2022 mentre affrontava l’accusa di aver fornito minori all’accusato trafficante sessuale Epstein e di presunto stupro di un minore.
Ratner non aveva commentato pubblicamente la foto collegata a Epstein martedì pomeriggio.
Nonostante la notorietà di Ratner, il presidente è stato felice di ignorare il discutibile passato del regista.
Donald Trump è arrivato al punto di usare la sua influenza sulla Paramount Skydance del miliardario Larry Ellison, che presto farà assumere il controllo dell’acquisizione da parte degli Stati Uniti di TikTok: per catturare Ratner un contratto cinematografico per “Rush Hour 4”.
Per quanto riguarda la prossima première, resta da vedere se il nome di Trump sarà ancora inciso sul Kennedy Center quando il film uscirà nelle sale, il 30 gennaio 2026.
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Dopotutto, l’amministrazione lo è già affrontare una causa dalla deputata democratica della Camera Joyce Beatty, membro del consiglio del Kennedy Center, che ha affermato che il voto per rinominare il centro non è stato unanime e che i dissidenti sono stati messi a tacere.
Ma, ehi, un “documentario” che presto sarà trasmesso in streaming su Amazon Prime è un regalo di Natale infernale per Ratner e l’amante della famiglia Trump.