Il numero di criminali stranieri che sono stati liberati per le strade della Gran Bretagna invece di essere deportati ha raggiunto un livello record sotto il governo del partito laburista di sinistra del primo ministro Sir Keir Starmer.
Secondo a rapporto da Il soleIl quotidiano più diffuso in Gran Bretagna, un numero record di 19.491 criminali migranti sono stati rilasciati nuovamente al pubblico nonostante avessero diritto alla deportazione.
Il numero di autori di reato migranti rimasti in Gran Bretagna è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni, aumentando di oltre il 300% rispetto al 2017, quando erano 5.933 quelli che camminavano per le strade del Regno Unito.
Il giornale riporta inoltre che il numero di criminali migranti che vivono in Gran Bretagna è aumentato di quasi 1.000 da quando il primo ministro Starmer ha preso il potere lo scorso anno.
A settembre, il governo ha annunciato nuovi poteri al Ministero degli Interni per espellere immediatamente dal carcere i delinquenti stranieri, e non solo quelli che erano stati condannati a più di un anno di carcere. Il governo ha inoltre ridotto la quantità di tempo trascorso dietro le sbarre per poter beneficiare della rimozione dal 50% al 30%.
Tuttavia, le deportazioni possono ancora essere bloccate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), alla quale il Regno Unito rimane vincolato nonostante la Brexit in quanto è tecnicamente un’istituzione separata dall’Unione europea, nonostante condivida lo stesso inno, bandiera e campus a Strasburgo.
Il leader riformista britannico Nigel Farage ha promesso di ritirarsi dall’accordo CEDU, a cui hanno spesso fatto appello criminali stranieri, autori di reati sessuali e terroristi per impedire al governo britannico di allontanarli dal paese.
Anche il signor Farage lo ha fatto giurato istituire un centro di comando per la deportazione per “rintracciare, detenere e deportare tutti i migranti illegali nel Regno Unito”.
Al contrario, il governo laburista di sinistra, come diversi governi conservatori prima di lui, ha finora rifiutato di ritirarsi dalla CEDU, cercando invece di associarsi con i membri europei per riformare l’accordo per facilitare l’espulsione dei criminali stranieri.
Il Regno Unito, tra gli altri, lo è premendo per i limiti agli articoli 3 e 8 della Convenzione, che impediscono ai membri di deportare i migranti se subiscono un trattamento potenzialmente inumano nel loro paese d’origine e di allontanare i migranti se ciò potrebbe avere un impatto negativo sulle loro famiglie. Non è chiaro se e quando tali riforme entreranno in vigore.
Attualmente nelle carceri britanniche ci sono circa 10.500 criminali stranieri, che rappresentano circa il 12% dell’intera popolazione carceraria. Con un costo di ogni detenuto di oltre 50.000 sterline all’anno, il costo che il contribuente britannico deve sostenere per incarcerare gli stranieri sta alla sbalorditiva cifra di 1,3 milioni di sterline al giorno.
Rispondendo agli ultimi dati, un portavoce del Ministero degli Interni ha detto: “Questo governo non permetterà a criminali stranieri e migranti illegali di sfruttare le nostre leggi, motivo per cui stiamo riformando le leggi sui diritti umani e il sistema di ricorsi ormai fallito, permettendoci di aumentare le deportazioni”.
“Tutti i delinquenti stranieri che ricevono una pena detentiva nel Regno Unito vengono rinviati per l’espulsione il prima possibile”.



